PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
Peppo Bianchessi: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
Peppo Bianchessi: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper,
PEPPO BIANCHESSI: L'INK
2015-18 digital + ink on paper
L'INK
The tiny smudge of ink that serves as an apostrophe between the letter L and the word INK, brings together the English word “LINK” with the Italian-English “THE INK”. This is what I do: I use ink to connect things. Thoughts, words, languages, songs.
Whether on a sheet of paper, whether writing or calligraphy, lines in the drawings, or fixed on canvas through digital printing, it is always ink: modern or antique, hand-drawn or imprinted. The pen or the brush contain it and transfer it to the surface with a combination of movements and thoughts that remind me of a wizard’s wand. And so the ink, which is not magical, becomes magic when it gives a shape to ideas that were not here before. Using ink is not easy. Writing, in Hebrew, governs the mechanisms of creation and explains them. A few letters give life to the Golem (and one less “switch it” off). The refined Arabic calligraphy gives us back the vertigo of what it can not be represented in paintings. The Japanese art of writing dialogues with the Kotodama (the spirit of the word). It takes years of meditation to be able to face those few seconds that serve to draw a good Zen painting. The use of ink is to to fight with an exterminated magic power: it is the hunt for Mammuth before it is even hunted. It is the secret of the monks who illuminated the Lindisfarne Gospels and the Book of Kells, their initials that turn a page into a maze of fantastic plants and beasts. It is the moveable type press, inebriate by ink, which those launch ideas that will change the world after pressing the characters on paper. Dense, dark liquid ink, similar to blood (with which the wicked pacts with devils are signed). It dirts, stains, wastes pages after pages and, like blood, is often wasted. Pressed, painted, watercolored or reduced to pixels, it does not matter. It is always ink. And the ink is the link.
INK VARIATIONS: ChinaTown is a song by Caparezza, for which I illustrated and animated a music video in 2014 together with director Jacopo Rondinelli. China in English refers to the Orient, but in Italian it refers to black ink. The entire song, full of the word games and verbal acrobatics typical of this songwriter, talks about the love of writing with ink. The very title of this entire collection, in fact, derives from this experience. The following drawings are variations on the ink theme, which came to me while I was dreaming up ideas for this video.
L'INK
Il minuscolo sbaffo di inchiostro che fa da apostrofo tra L e INK fa in modo che una parola inglese ne contenga due di lingue diverse. O, meglio, un articolo italiano e un’altra parola Inglese. Grazie a questo, il «Collegamento» diventa L’Inchiostro. E’ questo che faccio io: uso l’inchiostro per collegare cose. Pensieri, parole, lingue, canzoni. Che scorra su un foglio di carta, che sia scrittura o calligrafia, delinei le figure dei quadri, sia progetto o si fissi su tela attraverso la stampa digitale, è sempre inchiostro: moderno o antico, tracciato a mano o impresso. La penna o il pennello lo contengono e lo trasferiscono sulle superfici con una combinazione di movimenti e pensieri che mi richiamano la bacchetta di un mago. E così l’inchiostro, che magico non è, lo diventa nel dare forma a idee che prima non apparivano. Usare l’inchiostro non è facile. La scrittura, in ebraico, regge i meccanismi del creato e li spiega. Poche lettere danno vita al Golem (e una in meno lo spegne). La raffinatissima calligrafia araba ci restituisce le vertigini di ciò che non può rappresentare con il disegno. Quella giapponese dialoga con il Kotodama (lo spirito della parola). Occorrono anni di meditazione per poter affrontare quei pochi secondi che servono a tracciare una dignitosa pittura zen. Usare l’inchiostro è lottare con uno sterminato potere magico: è la caccia al Mammuth prima ancora di cacciarlo. E’ il segreto dei monaci che miniano i Vangeli di Lindisfarne e il Libro di Kells, sono i capolettera che trasformano una pagina in un labirinto di piante e bestie fantastiche. Sono i torchi dei caratteri mobili, ubriachi di inchiostro che schiacciano poi sulle pagine per poter lanciare ovunque le idee che cambieranno il mondo. Inchiostro liquido denso, scuro, simile al sangue (con cui si firmano i patti scellerati con i diavoli). Sporca, macchia, spreca pagine dopo pagine e, come il sangue, spesso viene sprecato. Pressato, dipinto, acquarellato o ridotto a pixel, poco importa. E’ sempre inchiostro. E l’inchiostro è il collegamento.
INK VARIATIONS: ChinaTown è una canzone di Caparezza, per cui ho disegnato e animato il video nel 2014 insieme al regista Jacopo Rondinelli. China in Inglese è l’Oriente, in Italiano l’inchiostro nero e tutto il brano, pieno dei giochi e acrobazie verbali tipiche di Caparezza, parla dell’amore per la scrittura attraverso l’inchiostro. Il titolo stesso di questa raccolta, in fondo, deriva da questa esperienza. I disegni che seguono sono variazioni sul tema dell’inchiostro nati in quell’occasione, mentre cercavo idee per il video.